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La microscopia confocale corneale rileva la neuropatia a piccole fibre nella sindrome della bocca ar

Aggiornamento: 5 apr 2020


Per valutare l'utilità della microscopia confocale corneale nell'identificare il danno delle piccole fibre in pazienti con sindrome della bocca ardente (urente)(BMS).

METODI: Uno studio prospettico di coorte trasversale è stato condotto presso due ospedali dentali del Regno Unito tra il 2014 e il 2017. In questo studio sono stati arruolati in totale 17 pazienti consecutivi con BMS idiopatico di età compresa tra 18 e 85 anni e 14 soggetti di controllo sani corrispondenti all'età. Le misure del plesso nervoso subbasale corneale sono state quantificate in immagini acquisite utilizzando un microscopio confocale corneale in vivo a scansione laser. Le principali misure di outcome erano la densità delle fibre nervose corneali, la densità dei rami nervosi, la lunghezza delle fibre nervose e la densità delle cellule di Langerhans.

RISULTATI: Dei 17 pazienti con BMS, 15 (88%) erano donne e l'età media (deviazione standard) del campione era di 61,7 (6,5) anni. Dei controlli sani, 7 (50%) erano donne e l'età media (deviazione standard) era di 59,3 (8,68) anni. Densità della fibra del nervo corneale (n ° / mm2) (BMS: 29,27 ± 6,22 vs controlli: 36,19 ± 5,9; differenza mediana = 6,71; IC 95%: 1,56-11,56; P = 0,007) e lunghezza della fibra del nervo corneale (mm / mm2 (BMS: 21,06 ± 4,77 vs controlli: 25,39 ± 3,91; differenza mediana = 4,5; IC 95%: 1,22 a 6,81; P = 0,007) erano significativamente più bassi nei pazienti BMS rispetto ai controlli e densità cellulare di Langerhans (n./ mm2) (BMS: 74,04 ± 83,37 vs controlli: 29,17 ± 45,14; differenza media = -21,27; IC 95%: -65,35 a -2,91; P = 0,02) era significativamente più alta.

CONCLUSIONE: Utilizzando una tecnica di imaging oftalmica rapida non invasiva, questo studio fornisce ulteriori prove per il danno alle piccole fibre in BMS e ha potenziale utilità per monitorare la progressione della malattia e / o la risposta. Inoltre, questa tecnica mostra un'aumentata densità delle cellule immunitarie non documentata fino ad ora in questo gruppo di pazienti.


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